Naufraghi (fragmento, traducción de Sabina Morello)


PERSONAGGI

Turista per lui il tempo vola
Lui e Lei marito e moglie, i minuti non contano, le ore non passano
Navigante un amore in ogni porto
Diciannove onde salate, di un blu intenso

ONDA UNO

Un’isola. Un uomo con una grossa pancia indossa una camicia in stile hawaiano; tiene in mano un succo d’ananas con una cannuccia colorata. Respira varie volte prima di parlare.

Turista Mmmmmm… l’odore della guaiava d’estate, un profumo metà marcio, metà superstizioso, l’aria calda ti avvolge come una seconda pelle… traspirare… inspirare… vivere… (Al pubblico) Vi siete mai resi conto dell’importanza della respirazione? È un atto involontario, una delle poche cose necessarie che non dipendono dalla nostra volontà, vale a dire che se uno volesse smettere di respirare, per quanto ci provasse, non ci riuscirebbe. Guardate… (Inspira cercando di resistere il più possibile, ma non ce la fa a lungo) Visto? Ve l’ho detto che non è possibile… (Succhia dalla cannuccia in modo rumoroso) I cinesi, e scusatemi se vi parlo ora dei cinesi, così senza avvisare, i cinesi dicono che ogni uomo nella vita ha a disposizione un numero esatto di respiri e quando si esauriscono muore, quindi ognuno si può distribuire le inspirazioni come meglio crede o ne ha voglia. Delle espirazioni non bisogna preoccuparsi, vengono da sole. Se vuoi vivere di meno e esaurire la tua quota, come una sorta di suicidio discreto, anzi decoroso, allora non devi fare altro che inspirare velocemente, sprecando l’aria, in questo modo, state a vedere… (Inspira velocemente, a modo di dimostrazione, si sente male, beve ancora un po’ di succo per riprendersi) I cinesi… I cinesi sono molto furbi, hanno inventato la pasta, la scrittura verticale, la seta, un sacco di cose… loro hanno un cultura, come si dice… millenaria, ecco, una cultura millenaria. Infatti, ci vogliono più di mille anni per scoprire queste cose. Ma io l’ho già fatto e da quando sono arrivato qui, respiro lentamente e in modo profondo, lasciando entrare nelle fosse nasali il profumo della guaiava, umido, come un panno impregnato, che accarezza la pituitaria e finisce nei polmoni (Respira lentamente, con piacere) La pituitaria, pi-tu-i-ta-ri-a, sembra il nome di un ordine religioso più che un organo del corpo: “Il Sacro Ordine delle Pituitarie” o “Nostra Signora del Sacro Cuore e della Pituitaria”, “Le Pituitarie Scalze” (Sorseggia di nuovo il succo rumorosamente) Be’, certo, conta molto anche il luogo dove si respira, c’è una gran differenza, per esempio, tra respirare nel Viale della Castellana di Madrid, o il Boulevard Magenta di Parigi, dove l’aria fa schifo, o in quest’isola deserta… deserta? (Grida) Eh! C’è qualcuno? (Si guarda intorno aspettando una risposta) C’è qualcuno qui? (Aspetta ancora) Nessuno, siamo soli. Mi avevano garantito che l’isola era deserta, e per il prezzo del biglietto aereo non poteva essere altrimenti. Sono stato chiarissimo: “Un biglietto aereo per un’isola deserta, per favore”. È una di quelle frasi che ho sperato di pronunciare tutta la mia vita. Perché la vita è la distanza esistente tra le frasi che uno ha pronunciato e quelle che avrebbe voluto pronunciare… ricordo ancora con grande soddisfazione quella giornata piovosa di primavera in cui salendo su un taxi riuscì finalmente a dire: “Segua quella macchina, per favore”. Senza sapere chi guidava la macchina davanti a me, né dove era diretta, niente di niente… ma l’importante è che riuscì a dirlo, riuscì a pronunciare un’altra di quelle frasi mitiche che bisogna dire almeno una volta nella vita: “Segua quella macchina, per favore”. Immaginai, lo riconosco, una sventola bionda con gli occhiali da sole e avvolta in un impermeabile grigio, immaginai come prendeva il rossetto per truccarsi le labbra, mentre lasciava intravedere una gamba chilometrica inguainata in un collant di seta nera; allora mi si accelerò la respirazione, abbassai il finestrino in cerca di aria fresca di pioggia, pensai ai cinesi e accorsi che l’immaginazione mi stava uccidendo. Scesi dal taxi. (Pausa) Bisogna proprio abbandonare l’Europa per poter respirare un’aria diversa, per stare tranquilli e in pace. Per questo sono venuto fin qui. In quest’isola non mi troverà nessuno. Perché ormai a quest’ora mi starà cercando mezza Spagna. Me li vedo proprio, tutti agitati, indagando, cercando, con la respirazione al massimo, mentre esauriscono la quota personale di respiri, così sicuramente moriranno tutti qualche anno prima, se non è già morto qualcuno dal dispiacere (Sorseggia ancora un po’ di succo) … E ci credo! Mi sono appena intascato più di 12 milioni di Euro dalla ditta dove lavoravo. (Beve) È una vera manna, la sospensione di pagamenti, un’invenzione geniale, basta non pagare nessuno e quello che risparmi lo metti da parte per andare a respirare da qualche altra parte. Anche questa è cultura millenaria, ma alla spagnola, una tecnica di respirazione diversa da quella cinese, cultura millenaria e cultura milionaria iberica, non so se i cinesi le sanno queste cose, la loro specialità è la meditazione, il tao, la spiritualità mentre noi siamo i maestri della picaresca e del furto… loro mangeranno molta pasta e molte zuppe ma le bustarelle non le conoscono di sicuro. (Pausa. Beve. Si tocca la testa, guarda in cielo, si odora la mano) Una cacca di uccello. E già, l’isola è deserta ma con flora e fauna e l’uccellino me l’ha fatta in testa. Non sono così solo allora. Ma se io in agenzia ho specificato che volevo un’isola deserta, senza niente, né piante, né persone, né animali, niente di niente, solo aria fresca da respirare, e mi hanno guardato come se fossi pazzo. Ah però, hanno cominciato a cambiare faccia quando ho tirato fuori vari pezzi da 50 Euro, uno dopo l’altro, coprendo tutto il tavolo della signorina dell’agenzia, poi ne ho preso uno e gli ho dato fuoco per accendermi un sigaro e la poveretta mi guardava con degli occhi come se volesse dirmi “portami con te”, “fammi uscire di qui, sono stufa di augurare buon viaggio a tutti mentre io sono inchiodata a questa sedia”, ma lei sapeva bene che quello che volevo era un’isola deserta, e che in questo viaggio non mi poteva accompagnare nessuno. Allora le ho infilato un pezzo da 50 nella borsetta senza che se ne accorgesse. Mi sono sentito come Robin Hood distribuendo denaro ai poveri. Inoltre, mi consolava sapere che per poco non sono riuscito a farle dire un’altra frase mitica, quasi obbligata: “Portami con te”. (Beve. Guarda nel bicchiere) È finito. Era l’ultimo. Dovrò controllare quanta acqua mi resta, tutto questo parlare mi secca la bocca e mi fa fare dei lunghi sorsi. Sono venuto così, non ho altro e nella fretta non ho avuto tempo di salutare nessuno, neanche i miei figli e mia moglie, e naturalmente nemmeno i miei colleghi d’ufficio. Ho portato soltanto qualche litro d’acqua, un fornello e un sacco di pacchetti di zuppa cinese in polvere, quella che si aggiunge all’acqua bollente ed è pronta in cinque minuti. Credo che dovrò cominciare ad andare a caccia, per sopravvivere, magari riesco ad accoppare questo cacchio di uccello e poi me lo mangio, così impara. Qui non ci vuole molto per vivere, potrò cavarmela con gli uccelli che ammazzo, qualche erba e la zuppa cinese. Mi sono portato un cuscino per sedermi (Lo tira fuori e sparisce la pancia) È imbottito di pezzi da 20, perché così è più soffice e morbido, meglio delle piume. Lo volevo foderare di dollari, ma ho paura di distrarmi leggendo la frase “Confidiamo in Dio” che c’è scritta su ogni banconota, perderei la concentrazione. Bisogna mettersi comodi perché saranno molte ore di meditazione prima di poter tornare in Spagna. (Appoggia il cuscino per terra e si siede sopra, in posizione di meditazione indù) Vado a prendere un sasso, così se passa l’uccello con la diarrea lo abbatto. Voi guardate in cielo e avvisatemi se passa perché io ho una buona mira. Mmmmmm… L’odore della guaiava d’estate, caldo e pigro. (Comincia a meditare, con la mano destra in posizione zen e con il sasso nella mano sinistra. Emette il suono ommmmmm, apre l’occhio destro ogni tanto per vedere se passa l’uccello. Cala il buio lentamente e il suono si prolunga per un po’, si confonde con le onde del mare e il canto di qualche uccello)